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I quartieri: San Basilio

Superficie: 378,18 ha.

Confini attuali: via del Casale di S. Basilio – via Nomentana – circonvallazione orientale del Grande Raccordo Anulare – via Tiburtina – via del Casale di S. Basilio.

Storia: il quartiere nasce all’indomani della creazione delle borgate, in seguito al processo di decentramento degli abitanti dal centro storico alla periferia di Roma. Costruito tra il 1928 e il 1930 tra la via Nomentana e la via Tiburtina, la borgata ospitava circa trecento famiglie, in abitazioni fatiscenti (vere e proprie capanne in muratura ad un solo piano, di una o due stanze, realizzate dall’Istituto case popolari). Nel 1936 l’Istituto fascista case popolari acquistò la borgata allo scopo di ristrutturarla; l’inaugurazione ufficiale avvenne tre anni dopo. Nel frattempo la popolazione residente aumentava e la zona diventava un centro per l’urbanizzazione delle aree circostanti da parte di privati speculatori, ma la borgata di San Basilio cresceva senza un piano particolareggiato. Alla fine della guerra l’Istituto autonomo case popolari (IACP) propose alle famiglie di acquistare la baracca e il terreno circostante, dietro un compenso di sessantamila lire da pagare a rate. La maggioranza delle persone rifiutò, chiedendo allo stesso istituto di costruire nuove case. Il nucleo originario ebbe un nuovo sviluppo con gli edifici di carattere intensivo della UNRRA, organizzazione umanitaria del famoso piano di aiuti Marshall: a partire dal 1954 la borgata realizzata dal fascismo venne demolita per la costruzione di edifici meno precari. Il nucleo delle prime costruzioni fu destinato ad ospitare prevalentemente profughi giuliani, dalmati e delle ex colonie italiane, oltre ai bombardati di S. Lorenzo. Nel 1960 in occasione dei Giochi olimpici svoltisi a Roma, a San Basilio furono realizzate nuove costruzioni: “torri” a sette piani, fornite di riscaldamento e ascensore, con la facciata rivestita di mattoni rossi. Contemporaneamente al risanamento sorsero altre borgate su lottizzazioni abusive, veri e propri agglomerati spontanei, al di fuori d’ogni pianificazione urbanistica. “La borgatella” e la borgata di San Cleto appartengono a questa fase disordinata e nascono approfittando del tacito assenso dell’amministrazione capitolina.
Oggi San Basilio si presenta come un quartiere popolare periferico, costituito da un “centro storico” IACP che ospita circa quattromila famiglie e da una “zona periferica” formata da costruzioni di privati, dove vivono circa millecinquecento famiglie. Anche ad uno sguardo distratto il complesso urbanistico si presenta in uno stato di degrado generale in cui si avverte il logorio del tempo. Lo squallore esterno degli edifici, i muri gialli screpolati dagli anni, il verde pressoché inesistente in proporzioni alla densità abitativa, sono alcune caratteristiche che contraddistinguono il quartiere.
Nel corso degli anni, diminuita l’immigrazione è calato anche il sovraffollamento. Ormai la quasi totalità delle giovani famiglie di San Basilio cerca casa al di fuori del quartiere a causa della saturazione del mercato (le case appartengono tutte all’IACP); pertanto il quartiere invecchia progressivamente.


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                     Ultimo aggiornamento: 30 March, 2015 11:29
 
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