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I quartieri: Parioli


Superficie: 475,06 ha.

Confini attuali: riva sinistra del Tevere dal ponte Milvio – riva sinistra dell’Aniene – ponte Salario – viale Liegi – piazza Ungheria – viale Parioli – piazzale del Parco della Rimembranza – viale maresciallo Pilsudski – piazzale Manila – via Flaminia – piazzale Cardinal Con salvi – ponte Milvio.

Origine del nome: “Pelaiolo” o “Peraiolo”: questo è il nome originario dei colli dove attualmente si estende il quartiere Parioli. Il termine contadino che richiama i frutti del pero ben si adatta alla fisionomia che ha assunto molto presto il quartiere: una sorta di paese immerso nel verde delle grandi ville circostanti.

Storia: Originariamente sulle colline affacciate sul Tevere sorgevano solo casali suburbani con i loro latifondi, che segnavano il confine tra la città e l’Agro romano. Quando Roma divenne capitale, i Parioli apparivano come un’oasi a due passi da porta Flaminia, immune dalla dilagante febbre edilizia. Il Viale Parioli nacque per iniziativa di due proprietari terrieri e venne concepito come una “passeggiata di città” per la nascente borghesia, con pista-galoppatoio laterale all’ombra degli alberi e una serie di eleganti villini lungo il viale. Ma lo sviluppo della zona subì alcuni ritardi in attesa del piano regolatore che nei primi anni del Novecento, rifacendosi allo stile parigino, prevedeva tre diverse tipologie edilizie: fabbricati, villini, giardini. L’urbanistica legata al nome di Edmondo Sanjust di Teulada stabilì che nella zona non sorgessero grandi edifici, ma solo ville e villini con grande estensione di giardini, ma restò solo un bel sogno. Con l’avvento del regime fascista i Parioli divennero sempre più “zona aristocratica”: il ministro Galeazzo Ciano e il maresciallo Pietro Badoglio si trasferirono nel quartiere.
Con l’impennata della domanda di case (dopo il 1920 esplose il “pariolismo”, una migrazione nel nuovo quartiere di professionisti famosi, di imprenditori, di alti funzionari, attori e personaggi famosi) tuttavia decaddero i vincoli a verde, si restrinsero le sezioni delle strade e si moltiplicarono i piani delle case.
Vivere ai Parioli è sempre stata un’aspirazione di massa: oggi il quartiere ospita ambasciate e consolati, banche estere e società finanziarie e una miriade di studi e uffici di ogni genere. Il giro d’affari legato alla terziarizzazione ha mutato scenari e abitudini di vita del quartiere determinando la rapida moltiplicazione di bar, ristoranti e negozi, un tempo scarsissimi.
Tuttavia, nonostante l’avanzata del terziario che sta trasformando la collina residenziale in zona di mero transito, il fascino dei Parioli resiste ancora: il quartiere, infatti, mantiene la sua tipica struttura architettonica, con ville, villini e palazzine che donano alla zona un’impronta estetica particolare.

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                     Ultimo aggiornamento: 30 March, 2015 11:29
 
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