Superficie: 798,89 ha.
Confini attuali: via di Vigna Murata - via della Cecchignola - circonvallazione meridionale (GRA) – via Laurentina fino all’angolo di via Vigna Murata.
Origine del nome: nel 1947 dodici famiglie di profughi giuliani si insediarono nel villaggio, che fu ribattezzato Villaggio Giuliano. Nel 1955, in seguito all'arrivo di circa duemila profughi istriani e dalmati, assunse il nome attuale, come giusto riconoscimento per quanti soffrirono in seguito al trattato di pace del 10 Febbraio 1947.
Storia: la denominazione toponomastica ufficiale Giuliano-Dalmata non è comunemente nota ed è raramente utilizzata nella segnaletica. Sarà difficile, infatti, che i residenti di questa zona, quanto mai eterogenea anche sotto un profilo amministrativo, dichiarino di appartenere al quartiere “giuliano-dalamata”. Molti, infatti, faranno riferimento al “Colle di Mezzo”, al “Prato Smeraldo”, se non alla “Fonte Meravigliosa”, senza escludere quelli che si rifaranno ad un generico “Laurentino” o “Cecchignola”. Ufficialmente sorto nel 1947 si inserì nelle realtà urbanistiche già dieci anni prima. In un ambiente occupato solo da qualche casale e dai resti di numerose torri medievali poste a controllo della zona deserta delle Paludi Pontine, la spinta all’urbanizzazione venne data dal progetto per l’E42, un megagalattico monumento che avrebbe dovuto presentare al mondo i traguardi conseguiti in vent’anni dal regime fascista, in un’esposizione mai vista sino a quel momento. Nacque così, nel 1939, il Villaggio dei lavoratori, adibito ad alloggiare i circa 1500 operai impegnati nell'allestimento dell'Esposizione Universale di Roma. Nello stesso anno si era inaugurata anche la Città Militare, che aveva lo scopo di costituire un nucleo meridionale del presidio militare dell’Urbe e di allontanare gli impianti militari dall’abitato. Con lo scoppio della guerra gli operai lasciarono le loro case che, dopo una breve occupazione anglo americana, rimasero abbandonate. Il villaggio fu ribattezzato Villaggio Giuliano nel 1947 quando si insediarono dodici famiglie di profughi giuliani.
Nel 1955, in seguito all'arrivo di circa duemila profughi istriani e dalmati, il quartiere assunse il nome attuale.
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