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I quartieri: Flaminio |
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Superficie: 118,77 ha.
Confini attuali: da via Luisa di Savoia e dal punto in cui questa entra sul piazzale Flaminio lungo la via Flaminia fino a Ponte Milvio e quindi per i lungotevere Thaon di Revel, Flaminio, Delle Navi e Arnaldo da Brescia fino a ritornare alla suddetta via Luisa di Savoia.
Origine del nome: il nome deriva dalla Via Flaminia che inizia nel centro della città (da piazzale Flaminio) per poi portare fuori, verso nord-est. Anche se adesso ha le sembianze di una comune via della città, la Flaminia fu tra le più antiche di Roma.
Storia: il Flaminio è fra i primi 15 quartieri nati nel 1911, ufficialmente istituiti nel 1921.
Nel 1905 la Società Automobili Roma individuò l’area dell’ansa del Tevere come luogo idoneo per la localizzazione dei suoi stabilimenti e impianti di produzione industriale. Negli anni successivi cominciò l’urbanizzazione dell’intera area, tra il fiume e le pendici della collina dei Parioli. Nacquero così i primi complessi di edilizia pubblica e i primi tracciati stradali. Con l’Esposizione Internazionale del 1911 l’area definì il suo carattere, ancora attuale, di polo culturale per l’intrattenimento sportivo e il tempo libero con la realizzazione dell’Ippodromo dei Parioli, lo Stadio Nazionale, le diverse sedi espositive di Valle Giulia, con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e i padiglioni stranieri.
L’inizio del primo conflitto mondiale cambiò il destino dell’area industriale, che fu riconvertita a usi militari ospitando le caserme e le officine. L’assegnazione a Roma dei XVII Giochi Olimpici del 1960 aprì una nuova fase di profonda trasformazione urbana dell’area: la costruzione del Villaggio Olimpico, gli impianti sportivi - Palazzetto dello Sport e Stadio Flaminio e le sedi delle Federazioni riconfermano la vocazione sportiva che l’area aveva avuto fin dall’inizio del secolo.
Nei decenni successivi l’articolato sistema di residenze, impianti e attrezzature sorto nel settore orientale dell’ansa del Tevere si consolidò con ulteriori piccoli interventi. Le opere di Adalberto Libera, Vittorio Cafiero, Luigi Walter Moretti, Vincenzo Monaco, Amedeo Luccichenti, Annibale Vitellozzi e Pier Luigi Nervi formano così un insieme omogeneo, un manifesto complesso, articolato e riconoscibile del linguaggio architettonico e delle forme contemporanee. Con l’avvio del concorso per il nuovo Auditorium Parco della Musica, nel 1994, il quartiere Flaminio affrontò una terza fase di riqualificazione urbana di grande respiro. Una fase che si svilupperà per quasi un decennio, con il progetto di Renzo Piano che porterà nell’area nuove funzioni e qualità urbane.
Oggi la zona è ricca di ristoranti, pub, supermercati, mercati rionali e molti negozi.
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